E' quel che è
non è niente più non è un’altra cosa
non so cos’è
ma so che sei tu
la mia stessa sposa...
Se guardi me e chiedi
che cosa c’è ma sì lo vedi
è quel che è
non è meno o più non è spina o rosa...
Non solo te
ma io amo te piu’ di tutto il resto
che come te
ci sei solo tu e altro non fa testo
e guardo te e penso
chissà perché ma tutto ha un senso
non solo te
però senza te non sarebbe questo
non sarebbe questo
non sarebbe questo mai
Per te io taglierò
vestiti di fiori
per farci una patria
di tutti i colori
e stracci di notte
su un fuoco di sogni
che segni le rotte
del viaggio di sempre
e allora riempierò
le tasche di foglie
per perderci al vento
per chiamarti moglie
e le scarpe di sabbia
per correre il mare
e mettere in gabbia
le ali del tempo
in questa storia...
Amore mio
sostantivo tu possessivo io
che siamo qua
se anche siamo già a più di un addio
Però ti spio ancora
come all’avvio e più di allora
Amore mio
quanto poco poi te l’ho detto io
quanto poco te l’ho detto
quanto poco ma...
Per te io lancerò
un pianto di riso
per dare la luce
a un nuovo sorriso
e pugni di neve
che bagnano l’aria
di un tuono più lieve
di un lungo silenzio
e dopo brucerò
i raggi di luna
per spegnere il freddo
per te o per nessuna
e rami e radici
che legano il mondo
a giorni felici
e a sere sbagliate
in questa storia...
Io sono stato cieco
ogni volta che non ho visto te
e mi son perso spesso inseguendo un eco
il re dei giullari e il giullare dei re...
Ma tu sei stata il pozzo per la mia sete
il galoppo verso la libertà
lo sbarco dolce nel mare della quiete
il mio inchino davanti alla realtà...
Per te raccoglierò
rugiada di gocce
per sciogliere il cuore
coperto di rocce
e sacchi di sassi
per darci una terra
e strade di passi
di primo mattino
e allora suonerò
campane di gioia
per rompere il cielo
che è morta la noia
e canzoni di stelle
che non ho mai scritto
e sono più belle
perche’ sono tratte
da una una storia vera
da una una storia vera
una storia vera
una storia vera.
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